Una musica alternativa per riabilitare il pop ed il rock pop snobbato da una vita e viaggiare in parallelo, con una storia che ci guida. Tre brani, tre storie parallele.
Prima puntata
1 – Richard Marx, Nothing to hide
Piano piano la libertà si insinua in una vita disciplinata, fatta di: mi sveglio, mi lavo, faccio colazione, poi scuola ed al ritorno i compiti. Un bel giorno scopri che ti puoi ribellare, che la responsabilità è tua, ma a te non frega nulla, conta solo il vento tra i capelli, bere una birra e fare sega a scuola.
Poi continui a crescere e contano solo le pulsioni sessuali ed avere una macchina che funzioni, ciò che non cambia mai però è la voglia di ribellarsi, di essere diverso.
Cerchi l’amore diverso, solo per dire; visto che storia che ti è capitata. Di colpo arrivano i trenta, forse vicino hai la donna che ami, ma lo sai e non lo sai. All’improvviso ricominci a bere, in cerca di qualcosa che neanche tu sai cosa sia e dove sia, ma la notte, di ogni maledetto giorno, continua a ridere e ad accendersi.
2 – Firehouse, When I look into your eyes
In un mondo che non rispetta, gli sguardi degli altri contano sempre più. Il guardarsi dentro quando la gente non si guarda più, il risentimento verso estranei che nemmeno si conoscono, solo perchè la rabbia ci divora. Dove sono finiti i nostri occhi da bambini? Era vera qualunque cosa si vedeva, si osservava, perchè l’unica cosa che importava era guardare gli occhi di chi avevi di fianco per fidarti e pensare che qualunque cosa sarebbe finita bene.
La verità è racchiusa negli occhi che immaginavi di vedere, nei tuoi sogni o nelle onde, poi un brivido ti pervade quando sei assorto e ti spinge a muoverti finalmente, senza porti domande e senza fidarti più di nessuno, neanche di quegli occhi materni che ti hanno cresciuto. Alla fine dei giochi, rimani solo tu.
3 – Tim Finn, Not even close
Andare verso una destinazione pre-impostata, per esempio il mare, un parco o a pranzo con i parenti; magicamente come di colpo la macchina sterza da sola, come un grande tappeto volante. Il mondo ti entra in una mano, svolazzi per i posti tanto desiderati; poi ecco il mare, meravigliosa creatura, che cerca di sfondare i confini e coinvolge tutto con la sua forza.
Adesso sei indebolito come me, che vengo da te, non perchè mi va, ma solo perchè ci devo venire. Con i panini, gli asciugamani e mi raccomando prendi quel cazzo d’ombrellone. Io ti sorvolo con il mio tappeto macchina, perchè finalmente mi va, voglio sentirmi libero come te, che quando ti va inondi una maledetta isola solo perchè ti va. Forse come mi incazzo io la mattina solo perchè ho digerito male, avrai digerito male anche tu.