
Il 14 aprile 2025 si è tenuto Sguardi Brevi, prima edizione di un concorso cinematografico che promette di diventare un punto di riferimento per il cinema indipendente italiano.
Fondata a Bologna nel 2024 da due studenti del DAMS e una studentessa di Scienze Politiche, l’Associazione Blue Soap è nata con l’intento di sostenere giovani cineasti e nuove visioni. “Sguardi Brevi” rappresenta una delle prime e più significative tappe di questo cammino: una piattaforma che supera le barriere del circuito tradizionale per dare spazio a creatività, coraggio e autenticità.
A presentare e condurre la serata è stata Mara Lucia, fondatrice di Blue Soap, con il supporto e i saluti dei co-fondatori Zaccaria Agrebi e Cristiano Canevazzi, che insieme a lei rappresentano il cuore e la mente dell’associazione.
Sguardi Brevi 2025 – Un debutto di cinema giovane, urgente e necessario
Prima della visione dei cortometraggi in concorso, il pubblico ha potuto assistere a “ti amo”, cortometraggio autofinanziato dall’Associazione Culturale Blue Soap, pubblicato il 25 novembre 2024 sul canale YouTube. Diretto da Cristiano Canevazzi, co-fondatore della Blue Soap, il film si svolge interamente sul tetto di un palazzo, in una Bologna notturna e inquieta, e racconta lo scontro tra Marco e Sara, una coppia che si ama ma che è ormai divisa da un evento irreversibile.
Alla sua prima esperienza da attore, Zaccaria Agrebi, co-fondatore della Blue Soap, interpreta Marco, al fianco di Clara De Prezzo. Il risultato è un’opera emotivamente densa, visivamente essenziale, che conferma la volontà del collettivo Blue Soap di cimentarsi in narrazioni personali, spiazzanti e profondamente intime.
Sinossi ufficiale: Marco e Sara si sono ritrovati di notte per discutere del gesto compiuto da lei. Mano a mano che la discussione si accende e si trasforma in un forte litigio, sarà sempre più chiaro di chi sia veramente la colpa. Tra rabbia, sguardi e dolore l’inaspettata verità porterà a estreme conseguenze.
Sguardi brevi, i corti selezionati
03:47 di Ester Tessuti
Attraverso una fotografia fredda e dominata dai contrasti netti con luci significative, questo corto ci immerge in un’atmosfera sospesa: l’improvviso squillo del telefono durante una cena di Natale in famiglia non è solo un suono, ma un detonatore emotivo. Il tempo si spezza, i volti si tendono. Un’opera che con i giusti elementi costruisce una tensione silenziosa e devastante. Un’opera dal tono onirico e profondo, che affronta il tema della morte con delicatezza e lucidità visionaria.
L’Apprendissage di Celeste Zanzi
La macchina da presa accompagna, con movimenti lenti e osservanti, la protagonista nella sua solitudine domestica. Una regia intimista e un uso sapiente delle ombre e degli spazi vuoti raccontano una fase di transizione, un rito di passaggio intriso di malinconia e inquietudine. Un ritratto intimista, sospeso tra desiderio e trasformazione.
Segaiolo di Lorenzo Mazza
Crudo, diretto, sincero. Questo corto affronta con coraggio e senza filtri il disagio psichico e l’isolamento. La messa in scena realista e il montaggio serrato ci fanno entrare nella mente del protagonista, restituendo un frammento di verità che disturba e commuove. Un intreccio in una narrazione cruda e sincera, venata di ironia nera e tenerezza.
La buona condotta di Francesco Gheghi
Una casa borghese, luci calde e apparentemente rassicuranti. Ma dietro quei muri, si consuma una rivelazione che cambia per sempre i legami familiari. Una scrittura raffinata e dialoghi calibrati esplorano le fratture dell’etica e degli affetti con chirurgica precisione.Una regia precisa e spietata, che mette a nudo dinamiche di controllo e repressione.
Io sono migliore di Jimmi Rodolfi
Un’opera poetica e visionaria, in cui il protagonista attraversa paesaggi interiori e naturali alla ricerca di una verità più grande. Con una fotografia sognante e un ritmo contemplativo, il corto ci interroga sul rapporto tra uomo e natura, individualità e coscienza collettiva. Un girato in piena autoproduzione con uno sguardo filosofico e provocatorio.
Agape di Alessio Petrillo
Un amore puro che scivola nell’ossessione. In un’intima atmosfera domestica, tra luci fredde e silenzi carichi di tensione, una coppia si confronta con i confini sfumati tra affetto e controllo. Un racconto visivo che indaga la fragilità emotiva e la deriva psicologica della gelosia.

Voci dal palco – Il Q&A con i registi
Durante l’incontro con il pubblico, moderato in forma aperta, i registi hanno condiviso il dietro le quinte dei loro progetti.
Alessio Petrillo, con il suo “Agape”, ha esplorato le tensioni tra purezza e desiderio, con un linguaggio che sfiora il delirio e il dramma psicologico. Il protagonista, in un percorso allucinato, insegue un’idea di amore assoluto mentre si consuma nel proprio tormento. Girato in condizioni difficili, sotto la pioggia finta e reale a Rimini, il corto è stato interpretato da un cast scelto con cura emotiva, che ha saputo restituire tutta la densità del testo.
Jimmi Rodolfi, autore e interprete di “Io sono migliore”, ha scelto la via dell’autoproduzione radicale. In soli tre minuti, mette in scena una riflessione filosofica sulla frattura tra uomo e natura, ispirandosi a Heidegger e Dostoevskij. Un’opera che fonde intellettualismo e spontaneità con uno stile visivo fresco e diretto, pensato per un pubblico giovane ma ricco di stratificazioni concettuali.
Lorenzo Mazza, con il suo corto in black humor su dipendenze e solitudine, ha raccontato come la morte della madre non sia stata usata per creare inquietudine, ma per esplorare una disperazione tenera, persino ironica. Forte di una formazione all’accademia Rosencrantz & Guildenstern, Lorenzo ha realizzato il corto in soli due giorni, con l’affiatamento dei suoi docenti, in un turbine creativo che ha lasciato il segno.
Ester Tessuti, oltre a condividere la genesi del suo lavoro, ha raccontato le sfide dell’essere regista donna in un ambiente competitivo: «Sento di dover fare il triplo per essere considerata», ha dichiarato, tra gli applausi. “03:47” nasce da un’urgenza personale — il terrore della morte — e si fa ponte per una riflessione collettiva.
I corti in concorso: emozioni condensate in pochi minuti
Ogni corto ha rappresentato una vera e propria deflagrazione narrativa, riuscendo a condensare storie complesse, emozioni potenti e messaggi incisivi in pochi minuti. Le sei opere selezionate per il concorso hanno dato voce a solitudini, passaggi esistenziali, traumi familiari, disagi interiori e visioni poetiche del rapporto tra uomo e natura.
Tra queste, “03:47” di Ester Tessuti, vincitrice assoluto della serata, si è distinta per la sua intensità visiva e concettuale. Un’opera che affronta l’angoscia della morte con un approccio straniante e poetico, dove il tempo, sospeso tra notte e pensiero, diventa materia narrativa. Ester, regista sarda ventenne formatasi alla RUFA – Rome University of Fine Arts, affronta le proprie paure trasformandole in immagine, in un esercizio di autenticità che ha colpito pubblico e giuria tecnica.
Altro corto premiato con il riconoscimento per la miglior esecuzione tecnica è stato “La buona condotta” di Francesco Gheghi (assente alla serata), che racconta con rigore visivo e densità drammatica le dinamiche del controllo e dell’autorità in ambito scolastico, riflettendo sulle modalità con cui il sistema educa — o reprime — i giovani.
Sguardi brevi, i vincitori e i premi
Come accennato, con grande orgoglio sono stati annunciati i vincitori della prima edizione. Ester Tessuti, con 03:47, ha conquistato sia il Premio del Pubblico che il titolo di Miglior Corto, oltre a ricevere, a grande sorpresa, anche il Premio Miglior Esecuzione Tecnica assegnato da Adcom Srl, che ha così ottenuto un doppio riconoscimento che ha emozionato la sala, testimoniando la potenza narrativa e tecnica del suo lavoro con un crescendo di applausi e commozione.
Al suo fianco, La buona condotta di Francesco Gheghi ha ottenuto il Premio Miglior Esecuzione Tecnica, ex-aequo. Anche in questo caso, si è premiata la cura registica e l’efficacia formale del linguaggio cinematografico. Tutti e tre i premi sono stati gentilmente offerti da Adcom Srl.
I progetti futuri di Blue Soap: cinema, formazione, cultura
L’associazione è al lavoro su una nuova serie di eventi cinematografici, destinati a coinvolgere non solo cinefili, ma anche curiosi e cittadini in cerca di nuovi strumenti di lettura del reale. Eventi pensati per avvicinare il pubblico al linguaggio del cinema, abbattendo barriere e aprendo spazi di dialogo e confronto. Infine, saranno attivati workshop formativi per giovani aspiranti cineasti, offrendo loro strumenti concreti per sviluppare la propria voce artistica. Un’azione culturale dal basso, che conferma la missione di Blue Soap: rendere il cinema un bene comune, accessibile, necessario.
L’associazione culturale Blue Soap si prepara all’avvio della produzione del cortometraggio “Tarantula”, un’opera che esplorerà il tema della scelta con uno sguardo critico nei confronti del sistema contemporaneo. Il progetto promette di combinare forza narrativa e riflessione sociale, confermando l’impegno dell’associazione in un cinema di contenuto e ricerca.
Un ringraziamento sentito e speciale va ad ADCOM Srl, realtà bolognese d’eccellenza nel settore dell’audio e video professionale, con sede in via Zanardi 106/10. Punto di riferimento per professionisti e appassionati, ADCOM non solo ha supportato il contest, ma ha contribuito attivamente all’assegnazione dei premi tecnici, rendendo possibile un riconoscimento concreto per il lavoro dei giovani registi. La loro generosità e la sensibilità dimostrata nei confronti dell’arte audiovisiva rappresentano un esempio virtuoso di collaborazione tra impresa e cultura.
L’Associazione Blue Soap desidera ringraziare inoltre Undervilla, Eliobiemme Centro Copigrafico, Wime Srl, Cantina Montelliana e Mayastudios per il prezioso contributo che ha reso possibile la realizzazione dell’evento. Un sostegno che conferma quanto l’unione tra arte, territorio e impresa sia fondamentale per far crescere nuove realtà culturali.
Uno sguardo verso il domani
In un mondo audiovisivo che spesso rincorre logiche di mercato, Sguardi Brevi rappresenta una boccata d’aria fresca, un laboratorio di visioni dove il cinema si sperimenta, si reinventa e osa. Le luci calde del proiettore hanno acceso più di uno schermo: hanno illuminato la strada per un futuro fatto di nuovi sguardi, nuove storie, nuove tecniche.
A muovere tutto questo non è solo il talento, ma anche il coraggio di una generazione di autori che vuole farsi ascoltare, raccontare il presente e immaginare l’ignoto. La speranza del cinema non è mai stata così viva, e pulsa nelle mani di giovani registi pronti a riscrivere le regole della narrazione visiva, assecondando le urgenze dell’arte: libertà, verità e sperimentazione.
Ph credit: Maya Studios